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"Ho letto un gran numero di racconti di viaggi per mare, ma pochi mi hanno comunicato il piacere della lettura e la gioia di vivere di Solo, intorno al mondo". Così afferma Björn Larsson, scrittore di successo e appassionato velista, nell'introduzione scritta espressamente per questa nuova edizione del diario in cui Joshua Slocum narra la sua leggendaria avventura a bordo dello Spray, la prima circumnavigazione solitaria a vela del mondo. A partire dalla sua uscita, a New York nel 1900, il racconto del grande navigatore americano (in realtà nato in Nuova Scozia, all'epoca colonia britannica e oggi provincia del Canada) è diventato immediatamente un libro di culto, capace di conquistare sempre nuovi lettori e ispirare generazioni di viaggiatori.
Partito da Boston il 24 aprile 1895, con una vecchia barca in disuso sapientemente trasformata in un maneggevole sloop in grado di affrontare tutti i pericoli dell'oceano, Joshua Slocum raggiunge il Mediterraneo, poi torna sui suoi passi e attraversa di nuovo l'Atlantico, alla volta della costa sudamericana. Affronta capo Horn, veleggia tra le isole del Pacifico e approda in Australia. Da qui prende la rotta dell'Oceano Indiano, che lo condurrà in Sudafrica. Doppiato il capo di Buona Speranza, inizia la via del ritorno: il giro si conclude il 27 giugno 1898, quando lo Spray giunge a Newport, Rhode Island, "dopo una crociera di più di quarantaseimila miglia attorno al mondo e dopo un'assenza di tre anni, due mesi e due giorni", come scrive lo stesso navigatore.
Ma il viaggio di Slocum non è soltanto (o soprattutto) un confronto con il mare e le sue insidie. Perché il capitano dello Spray sosta nei porti e si addentra nei luoghi, e il suo periplo si compone di scontri o idilli con le popolazioni locali, dagli indocili nativi della Terra del Fuoco ai pacifici abitanti delle isole Keeling, di incontri con personaggi carismatici, come la vedova di Stevenson o l'esploratore Stanley, di scambi di cortesie con i governanti e delicate amicizie femminili, di strani animali e costumi insoliti, piccole disavventure e ozi: il tutto ritratto con l'attenta curiosità del viaggiatore e l'ironia garbata e pungente dell'uomo di mondo. Elementi che fanno di questo libro un vero e proprio ritratto di un'epoca, ma anche un classico senza tempo, che a più di cento anni dalla sua prima pubblicazione colpisce per l'incredibile modernità.
Il capitano Joshua Slocum nacque in Nuova Scozia. All'età di 14 anni si imbarcò come cuoco su di un peschereccio locale. Nel 1860, Joshua, si arruolò su una nave mercantile a vele quadre. Conobbe un capitano, un uomo che fece una scommessa, con se stesso, su di un mozzo ignorante di sedici anni. Prese ad insegnargli i segreti della navigazione, del carteggio e della navigazione astronomica. Imparava in fretta e dopo soli 2 anni, era già secondo ufficiale. Nel 1869 a 25 anni ebbe il primo comando, su una goletta. Attraversò il Pacifico da San Francisco (USA) all'Australia, Cina, Giappone e le Spice Islands (Isole Molucche). Dal 1882 al 1884 Joshua Slocum fu comandante e comproprietario della Northern Light. Guadagnava bene e quando vendette la sua quota della Northern Light acquistò l'Aquidneck, un brigantino a palo di 326 tonnellate, con cui navigò fino alla fine del 1887, quando si incagliò in un bassofondo sabbioso nella baia di Guarakasava. Si mise così al lavoro e costruì la Liberdade. Era un incrocio tra un dory e un sampan giapponese, con la velatura di una giunca cinese. Tre stili di imbarcazione ben noti ad un marinaio dell'esperienza di Slocum, caratterizzati da una comune semplicità di progetto e realizzazione. Venne battezzata "Liberdade" in ricordo della libertà degli schiavi brasiliani. Joshua condusse la Liberdade fino a Washington D.C., per 5.500 miglia. Qui si concluse la carriera professionale del capitano Slocum. Era iniziata l'era delle navi a vapore ma l'anima di Joshua era legata alla vela.
Si diede quindi alla penna, e scrisse il suo primo libro Viaggio della Liberdade, di cui autofinanziò la pubblicazione, ma che non ebbe successo.
Per i due anni successivi lavorò come maestro d'ascia, poi ricostruì da solo lo Spray, così si chiamava quel vecchio legno risalente al 1801 che gli aveva regalato un vecchio capitano. Scrisse nel suo libro: "Lo feci saldo, robusto e bello. Chiglia, braccioli e ordinate di dura quercia. Il fasciame era di pino della Georgia, spesso tre centimetri e mezzo. Le impavesate fatte con scalmotti di quercia bianca, i corsi di coperta di pino bianco". La sera del 24 aprile 1895, Slocum salpò con lo Spray da Boston senza una meta precisa. Tre anni, due mesi e due giorni dopo, il 27 giugno del 1898, dopo una traversata di circa 46.000 miglia, alle 01:00 gettò l'ancora nel porto di Newport. Aveva circumnavigato il globo, da est verso ovest, passando per lo stretto di Magellano e la Terra del Fuoco. Il suo terzo libro Solo, intorno al mondo ebbe un buon successo e permise a Slocum di acquistare la sua prima casa in terraferma. Come tutti i grandi miti della storia, la sua morte è avvolta nel mistero. Nel 1909, all'età di 65 anni, Joshua Slocum salpò per l'ultima volta con lo Spray verso le Indie Occidentali. Non arrivò mai. Né Joshua Slocum né lo Spray furono più ritrovati.
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